
Unire mondo della ricerca e imprese per creare valore e innovazione
Trasferire la conoscenza (tecnologia, competenze, metodi di fabbricazione e di produzione, servizi, etc) dal mondo della ricerca scientifica al mercato e alle imprese del territorio per rendere più accessibili le innovazioni e sfruttare le idee innovative anche in settori diversi da quelli per cui si erano inizialmente sviluppate.
È stato questo uno dei principali temi di confronto nel corso del terzo Workshop Nazionale sul biotech, organizzato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Unioncamere, con la collaborazione di Federchimica/ASSOBIOTEC e della Camera di commercio di Padova, intitolato “L’economia del biotech oggi, creare valore unendo ricerca e impresa”.
Un impegno rimarcato dall’Assessore allo Sviluppo economico, Energia e Legge speciale per Venezia Roberto Marcato che è intervenuto nel corso della prima sessione dell’incontro con la prof.ssa Lidia Armelao, il Consigliere della Camera di Commercio di Padova Gianni Potti e il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi Sen. Vincenzo D’Anna, ribadendo l’impegno ad investire nella ricerca biotech e nell’innovazione delle imprese.
“Far dialogare di più il mondo della ricerca e quello dell’impresa è stato il nostro impegno costante nel corso delle ultime due legislature – ha spiegato l’Assessore Marcato nel corso del suo intervento –. Ridurre la distanza tra questi due mondi è fondamentale, soprattutto in Veneto, dove la maggior parte delle imprese sono di piccole dimensioni. Un modello imprenditoriale che ha permesso al nostro territorio di diventare una delle aree produttive principali del Paese, ma che fatica ad imporsi nell’ambito della ricerca e dell’innovazione, a causa della limitata possibilità di tante piccole e micro imprese di investire grandi cifre in costosi progetti di ricerca. Per questo abbiamo deciso di mettere in rete le 4 università venete e importanti centri di ricerca come il CNR con il mondo delle imprese, creando le Reti Innovative Regionali ed investendo importanti risorse economiche. Un modello che ha funzionato: la quantità di imprese coinvolte e la collaborazione continua che si è creata con le Università dimostrano la bontà di questa scelta, che ha anche il merito di frenare la fuga di talenti all’estero rendendo più competitivo il nostro sistema economico”.
Nella seconda sessione i ricercatori del CNR hanno presentato una selezione delle tecnologie contenute nel database di Promo TT, progetto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in partnership con Unioncamere, dedicato alla promozione delle tecnologie del CNR al mondo delle imprese; una grande iniziativa che si realizza concretamente grazie alla collaborazione con le Camere di commercio e con tutti gli Stakeholder del Mondo Produttivo interessati. Obiettivo del progetto Promo TT è proprio quello di accrescere l’interazione tra la Ricerca Pubblica, gli Investitori e le Imprese – dalle grandi industrie alle piccole e medie imprese (PMI), dall’artigianato e ai servizi – per creare nuove partnership e accrescere la competitività del Paese, valorizzando i risultati della ricerca e individuando strategie di finanziamento innovative.
A seguire il focus su tre casi di successo di imprese che sono state capaci di trasferire metodologie, strumenti e servizi da comparti diversi (ad es. la diagnostica medica) a processi industriali nel settore primaio e nella trasformazione agroalimentare, aprendo nuovi mercati e portando il loro know how biotecnologici in settori diversi, aprendo la strada a soluzioni e metodologie di lavoro innovative.
La tavola rotonda “Strumenti e casi di successo dalle (e per) le imprese”, è stata moderata da Alfonsa Martelli, Presidente comitato scientifico CTN ALISEI e coordinatrice di RIBES-Nest, e ha visto gli interventi di Angelo De Bortoli, Presidente di Experteam Srl, Stefania Lupinelli, R&D and Regulatory Affairs Office ILSA S.p.A, Nicola Rizzo, Chief Technology Officer Micromed S.p.A e Monica Favaro, Project Manager CNR-ICMATE Rete EEN FriendEurope.
Il secondo confronto, moderato da Sandro Pettinato di Unioncamere, ha visto impegnati Leonardo Vingiani di Federchimica-Assobiotec, Enrico Martini del Ministero dello Sviluppo Economico, Rita Steffanutto, Direttore della Direzione Ricerca Innovazione ed Energia della Regione del Veneto, e Luca Benatti, Presidente di Italian Angels for Biotech. Tema del confronto gli “Incentivi finanziari e strategici a sostegno della Ricerca e Innovazione” con un particolare approfondimento sul PNRR e sulle risorse che il Piano assegna alla ricerca biotech. Se confrontata con altri Paesi europei l’Italia resta ancora un piccolo player negli investimenti in ricerca, tuttavia negli ultimi anni è sicuramente cresciuta la consapevolezza generale dell’importanza di investire in ricerca e innovazione.
“Non dobbiamo dimenticare che le politiche regionali di finanziamento della ricerca sono guidate dalle strategie di specializzazione intelligente ideate nel 2014, che individuavano le priorità e le sfide del futuro da risolvere su cui concentrarsi – ha detto Rita Steffanutto, Direttore della Direzione Ricerca Innovazione ed Energia della Regione del Veneto –. Questa strategia è oggi in fase di aggiornamento per accordarla alle novità emerse a seguito della pandemia. Proprio in questi giorni stiamo ascoltado il mondo delle imprese e quello della ricerca per capire come possiamo continuare a sviluppare alcuni dei grandi temi del futuro già individuati e capire quali altre opportunità possiamo cogliere per vincere le sfide del domani. Un approccio che è stato già adottato per ideare la scorsa strategia di specializzazione intelligente e che ha già portato ad alcuni importanti successi: basti pensare che grazie al lavoro svolto negli ultimi 4 anni la Regione Veneto è stata valutata nell’ultimo quadro europeo di valutazione del livello di innovazione 2021 come uno “strong innovator”, aumentando il proprio impatto sull’innovazione europea rispetto alla precedente valutazione di “moderate innovator”.
“Questo workshop ha fatto emergere con chiarezza che esiste un filo conduttore che collega agroalimentare, farmaceutico, biomedicale e tutela ambientale – ha concluso Carlo Pizzocaro Vice Presidente della rete innovativa regionale RIBES-Nest e Presidente di Fidia Pharma- fanno tutti parte dei grandi temi che costituiscono le Scienze della vita. L’integrazione fra biologia molecolare, biotecnologie e digitale rappresenta la cornice tecnologica che cambierà profondamente la nostra società e sarà determinante nel rispondere a importanti sfide come il cambiamento demografico, la domanda di salute e benessere, la prevenzione, la produzione alimentare e la nutrizione, la sostenibilità ambientale e la lotta al cambiamento climatico. Come imprenditore ho sempre creduto nell’importanza dell’innovazione, anche se sono consapevole che spesso non è facile fare realmente innovazione, soprattutto per le realtà produttive di piccole e medie dimensioni, che sono la maggioranza delle imprese del Veneto e dell’Italia. Per questo abbiamo bisogno di un sistema interconnesso frutto di una visione condivisa da noi imprenditori, dalle università e dal mondo della ricerca e dagli attori Istituzionali”.