Patto per la ricerca: dieci proposte per lo sviluppo dell’economia italiana

Patto per la ricerca: dieci proposte per lo sviluppo dell’economia italiana

La scorsa settimana il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti ha presentato il “Patto per la ricerca”, un documento che contiene dieci proposte che hanno l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra università, istituzioni dell’Alta formazione, enti di ricerca e imprese italiane per dare nuovo slancio all’economia.

La proposta è arrivata durante il convegno “Patto per la ricerca” svoltosi a Montecitorio alla presenza di rappresentanti del mondo della ricerca e dell’alta formazione, delle imprese partecipate, delle associazioni di categoria e delle confederazioni sindacali.

 

 

Tra i dieci punti il ministero dell’Istruzione ha proposto maggiori investimenti privati in ricerca e sviluppo chiedendo alle grandi aziende, e in particolare le partecipate statali, di fissare una quota minima di investimenti in R&D fissata al 3% degli utili prodotti. Il Ministro propone inoltre una ricerca più concentrata sullo sviluppo sostenibile e realizzata in co-produzione con università, istituzioni AFAM ed enti di ricerca, perché la ricerca non sia esclusiva degli atenei ma diventi un processo trasversale all’interno della società italiana.

 

 

Tutto questo per fare della ricerca il cuore del Made in Italy e puntare sul lavoro altamente qualificato. Alle proposte si aggiungono un maggiore coinvolgimento territoriale nell’ambito di ricerca e innovazione sociale sul territorio e una maggiore internazionalizzazione del settore. Infine il Ministro Fioramonti ha ricordato l’esigenza di attuare processo di riconversione industriale e ha lanciato la proposta di creare un’Agenzia nazionale per la ricerca e l’innovazione che coordini e finanzi le politiche di ricerca e innovazione del Paese.

 

 

“In questo documento abbiamo lanciato una serie di idee che serviranno per aprire un dibattito nazionale – ha spiegato il Ministro Fioramonti -. Sono dieci scommesse, sulle quali chiediamo al mondo delle imprese di ragionare. Inizieremo nelle prossime settimane a sottoscrivere il Patto con le confederazioni di grandi imprese e piccole e medie imprese che sono disposte a impegnarsi. Alla base di tutto c’è un dramma italiano. Ogni volta che un laureato lascia il nostro Paese, noi perdiamo una persona che abbiamo formato con le nostre risorse e che poi ci farà concorrenza sui mercati internazionali, è un assegno da 250mila euro che versiamo sul conto di un altro Paese. Non deve più accadere – ha aggiunto il Ministro –  In Italia, fra settore pubblico e privato, in ricerca e formazione si investe meno dell’1,4% del Pil del 2017. Dobbiamo puntare di più sulla centralità della ricerca e dei ricercatori per dare un nuovo modello di sviluppo”.