NIP piano industriale del lattiero caseario veneto, esperienze a confronto

NIP piano industriale del lattiero caseario veneto, esperienze a confronto

Dopo quattro anni di lavoro è alle battute finali uno tra i più importanti progetti di ricerca sviluppati delle reti innovative regionali (RIR), RIBES-Nest, INNOSAP e RIAV. Si tratta del NIP, NUOVO PIANO INDUSTRIALE DEL LATTIERO CASEARIO VENETO, che nel 2017 si è aggiudicato un bando del valore di circa 3 milioni di euro (su 6 di investimento complessivo) finanziati dal POR – FESR, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2014-2020.

 

Per fare il punto sui risultati ottenuti e darne opportuna divulgazione, nei giorni scorsi è stato organizzato un meeting a distanza tra i vari soggetti che hanno dato vita al progetto che ha coinvolto un totale di 15 Partner: aziende e società cooperative, affiancate dalle Università di Padova e Verona, oltre che dal CNR.

 

Tra i soci di RIBES-Nest, oltre alla stessa Rete Innovativa, hanno partecipato Brazzale, Chelab, Experteam, Industria Casearia Belladelli, Intermizoo e Latteria di Soligo. In quanto soci della Rete RIAV, hanno dato il loro contributo Agriform, Lattebusche e Microbion, mentre Casara Roncolato Romano e il Consorzio Tutela del Formaggio Monte Veronese DOP hanno partecipato in qualità di soci della Rete Innosap.

 

Un progetto impegnativo ma ricco di soddisfazioni e di risultati promettenti per tutto il comparto caseario veneto, che potrà avere riflessi anche a livello internazionale.

 

“Il progetto NIP – ha affermato il Presidente di RIBES-Nest Mauro Fanin – ha supportato il comparto del lattiero caseario veneto mediante l’implementazione e il consolidamento delle collaborazioni – mai così strutturate prima d’ora – tra aziende private, realtà cooperative e mondo della ricerca, dimostrando ancora una volta l’importanza di operare in rete. Un altro aspetto importante emerso in questi quattro anni di lavoro riguarda il tema della sostenibilità che ha assunto nel tempo un ruolo sempre più importante e strategico, anche agli occhi del consumatore finale”.

 

Molto promettenti i risultati raggiunti, con due brevetti depositati, una serie di pubblicazioni scientifiche e di partecipazioni a congressi ma soprattutto nuovi protocolli innovativi per l’analisi sulla sicurezza e l’efficienza produttiva.

 

Gli esiti positivi prodotti dal progetto, anche grazie al modello aggregativo del progetto inter-rete che ha dato vita ad una serie di collaborazioni non scontate tra i tanti attori del settore, sono sati molteplici, a cominciare dalle nuove informazioni ottenute sulle performance dei metodi di analisi disponibili per valutare la presenza di micro-organismi e batteri nel latte, che possono portare a problemi di produzione e di sicurezza per alcuni prodotti lattiero-caseari.

 

La collaborazione tra caseifici privati e cooperative ha portato inoltre a realizzare un significativo monitoraggio per lo studio di sistemi di produzione capaci di garantire il benessere animale dei bovini da latte, sviluppando un dialogo importante su questi temi tra allevatori e produttori che operano nel comparto. E ancora, lo studio del miglioramento della gestione della mandria per un minor impatto ambientale, lo studio di metodologie innovative per garantire l’allungamento della shelf-life dei prodotti caseari e lo studio di nuovi prodotti sostenibili a base di siero di latte.

 

“I risultati ottenuti dal progetto sono molto promettenti e aprono prospettive inedite per il settore lattiero caseario regionale – ha spiegato il prof. Martino Cassandro, responsabile scientifico del progetto e docente di scienze e tecnologie animali e alimentari dell’Università di Padova -. I frutti di questo intenso lavoro di ricerca quadriennale costituiscono un patrimonio da valorizzare e non disperdere nei prossimi anni. Sarà fondamentale proseguire in questa direzione, verso una maggiore collaborazione e sinergia tra tutti gli attori che animano il settore e la filiera, ad esempio attraverso l’attività della Cheese Academy, che nei prossimi avrà un ruolo strategico per proseguire nel percorso di sviluppo del settore sia dal punto di vista tecnico che culturale”.